Chi si ammala di una patologia cronica deve affrontare, oltre alle cure mediche, una serie di disagi psicologici, legati ai possibili cambiamenti fisici, agli effetti collaterali dei farmaci, a un modo di vivere che può essere diverso da prima. La malattia può scatenare rabbia, dolore, depressione, a volte persino ostilità all’interno del proprio nucleo famigliare.
Queste dinamiche possono essere affrontate in un percorso di psicoterapia ad hoc, in cui il paziente riesce non solo a scaricare la propria emotività per ciò che sta succedendo, ma anche a riappropriarsi, magari in un modo differente, della propria vita. A volte il dolore per i cambiamenti legati alla malattia impedisce alla persona di sfruttare le proprie potenzialità, che restano come imprigionate. Riuscire, invece, con un sostegno psicologico, a ritrovare se stessi, magari più consapevoli delle proprie scelte, aiuta davvero a gestire meglio la malattia.
Diverso e’ il percorso di psicoterapia a seconda della patologia. Nel caso, per esempio, di un’epilessia insorta in età adulta, il lavoro psicologico e’ centrato sulla paura di perdere il controllo del proprio corpo, sul terrore di vivere la propria immagine in un modo deformato. L’epilessia può anche comportare una discriminazione sociale, perché purtroppo, ancora oggi, le persone che soffrono di questa malattia possono essere oggetto di marginalizzazione, sia in ambito sociale che lavorativo. A volte succede che sono i pazienti stessi (o i loro famigliari) i primi a non riuscire a vivere una vita “normale”, ma a nascondersi, per i loro stessi timori, dietro comportamenti inadeguati.
Nel caso della malattia di Parkinson gli aspetti psicologici sono di altro tipo, come in genere e’ diversa l’età dei pazienti (i sintomi esordiscono intorno ai 60 anni). Le difficoltà di movimento e i disturbi dell’equilibrio possono compromettere la qualità della propria vita, impedendo di svolgere le normali attività quotidiane. Possono anche insorgere depressione, senso di affaticamento, abulia, ansia, disturbi della memoria. Si tratta di problemi correlati alla patologia, che a volte vengono però trascurati e che, invece, possono favorire, se trattati anche dal punto di vista psicologico, un miglior percorso terapeutico.
Le demenze (di cui la più conosciuta e’ il Morbo di Alzheimer) costituiscono un’altra classe di patologie neurologiche di rilievo. Il paziente con demenza si ritrova a perdere, con l’avanzare della malattia, ogni riferimento personale, a non ricordare più le proprie caratteristiche, fino a non riconoscere i propri famigliari. Il senso di ansia e di angoscia per questi sintomi e’ molto alto e induce a rinchiudersi in se stessi, senza comunicare più, anche quando le capacità lo consentirebbero. Anche per la famiglia di un paziente con demenza (come per un paziente con epilessia o Parkinson) la gestione della malattia e’ complessa e difficile, può provocare vere e proprie crisi di identità, che devono essere gestite dal punto di vista psicologico e psicoterapeutico.
Un’altra categoria di malattie che possono trarre beneficio da un sostegno psicologico sono i tumori. Al momento della loro diagnosi può succedere che si scateni un senso di annientamento psicologico nel paziente, che può ritrarsi e non riuscire a combattere le prove (come la chemioterapia) che dovrà affrontare. Anche in questo caso un supporto psicologico può non solo alleviare l’ansia, ma permettere un migliore accesso alle cure.
Insomma diverse sono le difficoltà emotive, le terapie e le modalità psicologiche delle malattie croniche, ma comune e’ il senso di prostrazione, di isolamento e di paura che si prova. Avere un luogo sicuro, fuori dagli ospedali, dove potersi confrontare con una psicologa costituisce una risposta costruttiva sia per il paziente stesso, sia per la sua famiglia.